Pubblicato il 18 novembre 2021
Tendenze: più competizione, digitalizzazione e sostenibilità
Negli ultimi anni sono andate profilandosi nuove tendenze, politiche ma soprattutto tecnologiche, il contesto generale ha subito una profonda trasformazione e sono cambiate anche le priorità. Si delineano svolte importanti, caratterizzate principalmente dalle seguenti tendenze.
L’ordine globale è da tempo caratterizzato da una crescente multipolarità. La ricerca di soluzioni sostenute congiuntamente in seno agli organismi multilaterali sta diventando sempre più difficile. La governance e la legittimità delle organizzazioni internazionali sono messe in discussione.
A ciò si accompagna una transizione da un sistema finanziario ed economico globale basato sulle regole a un sistema finanziario ed economico globale basato sul potere. In molti casi, le richieste sono attuate sotto forma di standard, raccomandazioni e principi non vincolanti ai sensi del diritto internazionale o di revisioni tra pari («peer reviews») e spesso sono applicate attraverso meccanismi o sanzioni unilaterali con effetto extraterritoriale. Non di rado poggiano su interessi prettamente nazionali.
Sono particolarmente colpiti i Paesi di piccole e medie dimensioni che non appartengono a un’alleanza politica e sono fortemente integrati nelle catene di valore aggiunto globali, come la Svizzera. Nel settore finanziario e fiscale, ciò ha portato alla competizione globale per l’influenza, il primato settoriale e le quote di valore aggiunto globale.
L’accesso ai mercati esteri rimane una sfida costante per la piazza finanziaria svizzera, a causa dell’inasprimento delle barriere all’ingresso o delle norme di vigilanza più severe.
La trasformazione cui è sottoposta la piazza finanziaria svizzera è fortemente influenzata dai mutamenti economici, normativi e geopolitici di carattere generale, così come dalla svolta internazionale della politica fiscale e dei mercati finanziari seguita alla crisi finanziaria del 2008.
Ad esempio, il 1° gennaio 2017 è stato introdotto e attivato con 97 Stati partner lo scambio automatico di informazioni relative a conti finanziari. La controversia fiscale con gli Stati Uniti è stata definitivamente risolta. Allo stesso tempo è stata rafforzata la stabilità delle banche di rilevanza sistemica, conformemente alle misure decise nel 2008 dal Financial Stability Board (FSB), anch’esse scaturite dalla crisi finanziaria. Nella lotta contro la criminalità finanziaria, il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo, la Svizzera ha adeguato a più riprese la propria regolamentazione alle regole e alle raccomandazioni riconosciute a livello internazionale emanate dal Gruppo d’azione finanziaria (GAFI).
Sul piano internazionale, la Svizzera ha consolidato la propria posizione all’interno degli organismi internazionali (OCSE, FSB, FMI, GAFI) e preso parte attiva ai lavori del G20, per la prima volta nel 2013 e senza soluzione di continuità dal 2016, attraverso la sua partecipazione al Finance Track. Il suo ruolo attivo nell’ambito dei lavori internazionali e il rispetto degli obblighi di attuazione degli standard internazionali hanno contribuito a migliorare notevolmente l’immagine della piazza finanziaria svizzera all’estero.
Nonostante negli ultimi anni i mercati emergenti abbiano assunto una crescente importanza, soprattutto in Asia, l’Europa e l’UE continuano a rappresentare gli sbocchi più importanti per i servizi finanziari svizzeri, soprattutto in virtù della vicinanza geografica e degli stretti legami economici e culturali. L’interconnessione della piazza finanziaria svizzera nel contesto europeo è riconoscibile anche dalla presenza degli istituti finanziari svizzeri nel sistema dei pagamenti europeo.
Nell’ambito dello sviluppo del mercato interno dell’UE per i servizi finanziari, l’UE ha migliorato l’armonizzazione dell’accesso dei fornitori di servizi finanziari extracomunitari al proprio mercato. Le normative degli Stati terzi prevedono spesso la possibilità di accedere al mercato o agevolazioni prudenziali se lo Stato terzo interessato dispone di una regolamentazione equivalente. Tuttavia, la decisione in merito al riconoscimento dell’equivalenza viene presa unilateralmente dall’UE.
L’attuazione degli standard internazionali assicura in alcuni casi una convergenza normativa per tali equivalenze, ma in determinati settori importanti l’UE si discosta dagli standard internazionali.
In alcuni settori fondamentali, quali l’imposizione dell’economia digitale, la finanza sostenibile, l’assistenza amministrativa fiscale o le misure nell’ambito del riciclaggio di denaro, l’UE mira a stabilire degli standard globali.Con la Gran Bretagna è uscito dall’UE il più grande mercato di capitali nazionale. Gli istituti finanziari svizzeri erano e sono tuttora costretti a fornire un nuovo assetto alle loro attività commerciali europee, oltre a confrontarsi con le questioni sul tema dell’accesso in relazione al mercato finanziario britannico.
Come dimostrano numerose graduatorie e studi, negli ultimi anni la piazza economica svizzera ha perso un po’ della sua attrattiva. Le ragioni risiedono, da un lato, internamente, e sono ricollegabili all’arenarsi di riforme urgenti. Dall’altro, i competitor esteri hanno recuperato terreno. A questo si aggiunge l’ascesa delle piazze finanziarie di Singapore e Hong Kong, sostenuta dall’enorme processo di ripresa economica avvenuto nelle rispettive regioni. Negli ultimi anni la concorrenza tra piazze internazionali si è notevolmente intensificata.
In risposta alla crisi finanziaria è aumentata l’attività regolamentare nel settore finanziario a livello sia nazionale sia internazionale. I requisiti normativi più elevati hanno rafforzato la stabilità e la protezione dei clienti. Allo stesso tempo gli istituti finanziari svizzeri devono confrontarsi con una complessità e costi maggiori. A questa tendenza si contrappone la regolamentazione svizzera dei mercati finanziari, differenziata e basata sui principi nel confronto internazionale.
Nuovi prodotti, processi e servizi stanno rapidamente trasformando la catena del valore aggiunto sul mercato finanziario. Ne sono un esempio l’esternalizzazione a terzi, i processi centralizzati, l’aumento delle modalità e dei mezzi di pagamento digitali così come le nuove forme di conservazione del valore. In alcuni casi viene messa in discussione anche quella che finora era una chiara divisione del lavoro tra soggetti privati e compiti statali; le criptovalute o le stablecoins sfidano le monete sovrane. Dalle start-up attive nel settore tecnofinanziario e della blockchain alle società di software e ai gruppi tecnologici globali, i nuovi operatori del mercato stanno acquisendo crescente importanza.
Quest’evoluzione ha messo in luce nuovi rischi, in particolare quello degli attacchi informatici. A tal riguardo, dal 2009 i casi di intrusione non autorizzata in sistemi di elaborazione dati registrati dalla polizia sono aumentati del 385 per cento, passando da 126 a 610. Sono necessarie e al centro dell’attenzione anche del mercato finanziario considerazioni fondamentali sulla regolamentazione delle tecnologie e del loro utilizzo nei settori della protezione dei dati, della circolazione internazionale dei dati, dell’intelligenza artificiale e dell’identità elettronica.
Con misure legislative volte a promuovere l’innovazione ed eliminare gli ostacoli all’accesso al mercato per le aziende tecnofinanziarie nonché proposte per migliorare il quadro normativo per la tecnologia di registro distribuito (TRD, «distributed ledger technology») e blockchain, il Consiglio federale ha creato una prima base per servizi innovativi e orientati al futuro, in considerazione delle opportunità e dei rischi che ne derivano.
I tassi di interesse globali erano a livelli storicamente bassi anche prima dello scoppio della pandemia di COVID-19. Gli sconvolgimenti economici dovuti a quest’ultima e le risposte politico-monetarie da parte delle banche centrali hanno ulteriormente consolidato il contesto globale caratterizzato da tassi di interesse bassi, che favoriscono un elevato livello di indebitamento e una maggiore propensione al rischio tra gli investitori alla ricerca di rendimenti. Possono inoltre aumentare la vulnerabilità a eventi imprevisti. I tassi di interesse hanno in parte perso la loro funzione di indicatori di rischio. In questo modo possono insorgere squilibri sul mercato immobiliare, con il pericolo di una correzione dei prezzi in caso di un futuro inatteso rialzo dei tassi.
In quanto economia aperta, la Svizzera non può prescindere dall’andamento mondiale dei tassi di interesse. Il franco mantiene immutato il suo status di valuta rifugio, che si prevede conservi anche in futuro. Inoltre, lo sviluppo demografico e le riforme finora inadeguate sono una sfida cruciale per il finanziamento a lungo termine delle assicurazioni sociali e per la vecchiaia.
Con l’adozione, nel 2015, dell’«Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile», gli Stati membri dell’ONU hanno dichiarato la loro volontà di raggiungere insieme i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile previsti dall’Agenda entro il 2030. Nel 2017 la Svizzera ha ratificato la Convenzione di Parigi sul clima. Nel 2019 il Consiglio federale si è posto l’obiettivo di azzerare le emissioni di gas serra entro il 2050. Anche il mercato finanziario è dominato di conseguenza sempre più dai temi della sostenibilità. I costi reali e gli orizzonti di rischio a lungo termine migliorano il processo decisionale delle aziende e degli investitori. I prezzi relativi di intere classi di attività si stanno spostando.
Allo stesso tempo, gli investimenti di oggi influenzeranno le future infrastrutture nazionali e globali, l’approvvigionamento energetico, i processi produttivi e la loro sostenibilità. Gli investimenti finanziari sostenibili hanno acquisito maggiore importanza, sia nella gestione patrimoniale e nella consulenza agli investimenti sia nelle casse pensioni e nelle assicurazioni. In Svizzera gli investimenti finanziari sostenibili si sono moltiplicati da 141,7 miliardi di franchi nel 2015 a oltre 1163 miliardi di franchi nel 2019.
La crisi da COVID-19 si sta ripercuotendo anche sui mercati finanziari. Le imprese di assicurazione e di riassicurazione registrano un aumento dei casi assicurativi. La crisi ha messo sotto pressione anche il settore degli investimenti. Sul mercato monetario globale sono emerse carenze a breve termine. A medio termine, le banche sono esposte al rischio di un aumento delle inadempienze sui crediti societari e ipotecari. I crediti transitori (crediti COVID-19) garantiti dalla Confederazione e altre misure di sostegno finanziario hanno finora limitato la portata di tali inadempienze. Grazie ai progressi compiuti nella capitalizzazione degli istituti finanziari, il settore finanziario in Svizzera è rimasto stabile anche durante la crisi.
Il debito pubblico, già in forte aumento dopo la crisi finanziaria, è stato ulteriormente accentuato dall’enorme spesa pubblica sostenuta durante la pandemia, comportando in alcuni casi un aumento del rischio di sovraindebitamento e tensioni per la distribuzione delle risorse. Questa situazione mette in dubbio anche per la Svizzera, considerata la sua interconnessione, le prospettive di ripresa economica e l’imminente fine di un contesto di bassi tassi di interesse. All’inizio della pandemia, nel confronto internazionale la Svizzera era uno dei pochi Paesi dell’OCSE con un basso livello di indebitamento e un corrispondente margine di manovra in materia di politica fiscale. La solida situazione finanziaria, il freno all’indebitamento e la politica finanziaria sostenibile si sono confermati validi e durante la pandemia di COVID-19 hanno contribuito alla stabilità e alla resistenza del contesto economico svizzero.
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